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Ricordando 
Margherita Vismara Petazzi
 
 
 
 
 
 
 
 
Il discorso di Pietro Martinelli al funerale di Margherita 
 
Non so se Margherita sarebbe d’accordo con la sola parola che, secondo me, riassume in modo compiuto il sentimento che ha diretto la sua vita. Perché forse la troverebbe una parola troppo importante e abusata. Questa parola è amore. Quel sentimento umano che esprime inclinazione profonda nei confronti di qualche cosa o di qualcuno e che Margherita espresse- per il suo paese, il Ticino- per il Mondo- per la RESISTENZA nei confronti del potere, sempre dalla parte dei più deboli- per i libri- per la vita- per Giovanni 
2.      L’amore nei confronti del Ticino incominciò nella sua infanzia a Viganello, grazie a una madre premurosa e a un nonno materno rigoroso che le fece amare la natura, le tabelle e il comunismo. Un amore che la riporterà sempre in Ticino dopo le sue peregrinazioni e i suoi viaggi nei quattro continenti. In Ticino dove si stabilirà definitivamente a Ravecchia con Giovanni in una villa con giardino del secolo scorso molto “ticinese” nel senso migliore del termine pur senza rinunciare a viaggi in Sardegna, ma anche in Tibet e in Iran 
3.      L’amore nei confronti del Mondo la porterà: 
- già a 15 anni a Berlino (nel 1958), 3 anni prima dell’edificazione del “muro”, dove imparerà il    tedesco, -poi 2 anni dopo in Svizzera romanda dove imparerà il francese e, -nel 61/62 in Inghilterra dove imparerà l’inglese. -A 18/19 anni padroneggia 4 lingue per cui può avventurarsi in quel mondo che vuole conoscere  nelle sue diverse forme.- Incomincia dalla Cina (!). Avevo conosciuto M. nella FGST, mi aveva accennato alla sua intenzione   di partire per la Cina, ma credevo che dicesse tanto per dire. Invece ci andò sul serio dopo aver   contattato l’ambasciata cinese e dove insegnò l’italiano. Vi resterà per 4 anni, dal 64 al 68, per  lasciare quel paese quando  la “rivoluzione culturale” inizia a degenerare. - Sposa un nigeriano, con il quale poi va ad abitare in Guinea
- Tornata in Ticino va ad abitare a Carona e si sposa con Giorgio Polli che nel 1975 viene eletto in    Gran Consiglio, ma che dimissiona nel 1977 e parte per l’Africa dove morirà qualche anno dopo.- Alla fine degli anni 70 va per un periodo a vivere a Cuba.- Tornata in Ticino nel 1979 accetta la mia proposta di diventare la segretaria dell’impresa di  costruzione Sopric SA, l’impresa di costruzioni che avevo creato per fare un lavoro che nessuna  impresa aveva accettato di fare considerato il rapporto rischi/benefici: ristrutturare una birreria a    Conakry. Una scommessa vinta dove la sua conoscenza delle lingue, dei nuovi mezzi di    comunicazione di allora (fax e telex), la sua professionalità e il suo ottimismo contagioso furono    determinanti per il successo. - Poi l’ultima trasferta importante in Zimbabwe come collaboratrice dell’ambasciatore di Germania    in quel Paese africano: resterà in Zimbabwe 6 anni dal 1981 al 1987 - Nel 1987, quando venni eletto in CdS le telefonai e le chiesi se avrebbe accettato di fare la mia    segretaria personale. Un ruolo fondamentale che richiede un rapporto di fiducia totale, ma un     posto ancora una volta precario perché nel 1987 nessuno pronosticava una mia rielezione 4 anni    dopo. Invece restò 12 anni con me, conobbe Giovanni (che non è facile da conoscere bene) e nel    2006 lo sposerà. 
4.      L’amore nei confronti della RESISTENZA alle prepotenze di mercato, finanza e potere e di stare istintivamente dalla parte dei più deboli (anche dei miei figli per es. nei problemi che possono nascere tra un padre e dei figli adolescenti) gli venne infuso dal nonno comunista che non ha mai messo in discussione l’URSS e una visione “romantica” della dittatura del proletariato. Dalla FGST al PSA al PS privilegiò nel cuore lo scontro con il potere, ma l’esperienza raccolta durante le sue esperienze a Cina, a Cuba, in Africa e il suo nuovo ruolo all’interno dell’Amministrazione cantonale, l’amicizia con Giovanni le fecero capire l’importanza dello Stato di diritto, delle riforme e della lotta per le riforme fin tanto che questa lotta resta possibile. 
5.      L’amore verso i libri, verso i romanzi, le ha permesso di approfondire la conoscenza di altre realtà, di altre culture (in particolare da ultimo quella persiana che l’aveva affascinata) e di trasmettere ancora dal letto dove la malattia l’aveva costretta e che era diventata la sua dimora, le emozioni che la lettura le suscitava. L’ultimo romanzo non è riuscita a finirlo e lo ha lasciato a Nora (altra grande lettrice con la quale spesso parlava di libri e letture) perché lo finisse per lei. 
6.      Il suo amore per la vita lo abbiamo visto in questi due e più anni di malattia e di sofferenza. Si manteneva ottimista, lottava con tutti i mezzi e cercava di assaporare il sapore della vita fino all’ultimo. Il s. Silvestro del 2020 lo ha ancora festeggiato a Molare con Giovanni, Nora e me e siamo rimasti a chiacchierare fino alle due di notte, mentre fuori cominciava a nevischiare. Per me, ma credo per tanti, è stata una lezione appunto di vita. 
7.      Il suo amore per Giovanni l’ho lasciato per ultimo perché è la sintesi di tutti gli altri amori: quello per il Ticino, per il Mondo, per la resistenza, per i libri, per la vita. Come Margherita e Giovanni hanno vissuto assieme questi due anni contiene tutto il significato profondo del termine famiglia. Mi ricordo la definizione che Ruth Dreyfuss diede del termine famiglia nel 1993, che venne appunto dichiarato “anno internazionale della famiglia: “Famiglia” disse Ruth Dreyfuss “sono delle persone che vivono sotto il medesimo tetto e che si aiutano reciprocamente”. Può sembrare una definizione riduttiva, ma se si pensa all’esempio di Margherita e Giovanni e se riteniamo sottointeso che l’aiuto reciproco viene offerto CON AMORE, allora diventa una definizione universale che comprende e amplifica il significato appunto della parola “amore”. Parola che, a Margherita, (me lo ha confessato Giovanni) tanto piaceva e che tanto usava. 
 
 
 
 
Poesia inviata da me a Margherita mentre stava lottando contro la malattia 
 
DA MESI ORMAI COMBATTI PER LA VITA, 
VOLENDO CH'ESSA ANCOR NON SIA FINITA. 
STAI LOTTANDO, NUTRENDOTI DI IDEE, 
CHE SBOCCIAN COME ROSE ED ORCHIDEE, 
CHE NASCON NELLA TESTA E NELLA MENTE, 
COME IN UN ALBERO, LINFA FLUENTE. 
PENSIERI INDIRIZZATI A CHI HA BISOGNO, 
A SOSTENER CHI VEDE INFRANTO UN SOGNO, 
IL SOGNO DI RIUSCIR, NELL'ESISTENZA, 
A SUPERAR LE CRISI, E LA CARENZA 
DI BENI SOSTANZIALI E DI GIUSTIZIA; 
A SUPERARE L'UMANA AVARIZIA. 
QUALE ANIMAL CHE PROTEGGE LA PROLE, 
TU, COI TUOI ATTI E PUR CON LE PAROLE, 
PROTEGGI QUEI PRINCIPI SACROSANTI 
CHE OGGI SON PURTROPPO SCARSEGGIANTI. 
QUELLO CHE STAI FACENDO, MARGHERITA, 
È UNA COSA ESSENZIALE PER LA VITA 
CHE PIÙ NON SENTI TUA SOLAMENTE, 
MA UNIVERSALE, DI TUTTA LA GENTE. 
LOTTANDO PER LA CONDIZIONE UMANA, 
STAI VINCENDO LA LOTTA QUOTIDIANA. 
 
Marco B